Da un trattenitore dottato, maitre de plaisir ,Držić é benvoluto da tutti e lo dimostrano le poesie di Antun Sasin a lui dedicate come anche i sonetti dei poeti Sabo Bobali e Miho Monaldi. É anche un musicista sotto ogni aspetto, un osservatore perspicace che gli invidiosi accusavano di plagio quando, dopo la rappresentazione della commedia „Tirena“, viene difeso dal poeta di riguardo Mavro Vetranović “Pjesanci Marinu Držiću u pomoć”(Poesie in aiuto a Marin Držić); l`acutezza del suo osservare é probabilmente la causa dell`agressione subita per strada; cosí troviamo notificate nei documenti agressioni fisiche nei suoi confronti. Nel periodo dell´affirmazione del teatro rinascimentale, quando il pubblico non si accontenta piú delle maschere tipologiche, Držić, addatando in modo creativo le esigenze delle commedie nuziali, diventa un vero mago,e si esprime con allusione, sensibile all`ingustizia sociale all`opposto dei riguardi delle classi. All`epoca in cui le traduzioni vantavano lo stato di un`autonoma forma letteraria, e Držić, questo nostro sommo letterato classico mostrava la similitudine alle idee di Angelo Poliziano, alle proezioni di Niccoló Machiavelli e alle parafrasi petrarchiste, supera le imitazioni stereotipi dei modelli dell`antichitá e degli autori italiani Plauto e Terenzie.
Avendo appreso le regole, sia della commedia dotta che della commedia pastorale, queste vengono continuamente adattate Držić crea cosí commedie plautoniche, peró sempre diverse per incitamento (Pjerin, Skup, Arkulin), poi quelle il cui spunto parte dalle novelle (Mande), e poi commedie autonome (Dundo Maroje,Novela od Stanca), costruendo cosí il theatrum mundi basato sul contrasto tra fantasia e realtá, avendo al centro non la provvidenza bensí l`uomo. A Dubrovnik Držić organizava la vita teatrale e partecipava ai preparativi degli spettacoli peró, sempre ponendosi livelli altissimi che erano difficilmente raggiungibili dagli artisti degli ambienti teatrali europei dell`epoca, e con importanza che in futuro avrá Shakespeare per la letteratura inglese. Dai manoscritti del XVIII secolo del trascrittore Ivan Matijašević, si conoscono solo frammenti delle commedie Pjerin, Džuho Krpeta, Arkulin.
La commedia in prosa Pomet, con la quale Držić esorisce nella vita teatrale di Dubrovnik e che oggi é andata persa, viene rappresentata da „La compagnia Pomet“ prid Dvorom, davanti al Palazzo del rettore, durante il carnevale del 1548. Siccome le sue opere erano fortemente influenzate dalla vita reale, che é certamene anche il caso di questa commedia, la causa dell`agressione, avvenuta in aprile dello stesso anno, andrebbe cercata propio in quest`opera dalla forte in tonazione critica.
L`egloga rustica in cinque atti „Tirena“ , scritta in stile senese e per la quale Držić viene accusato di plagio da alcuni concittadini, viene rappresentata in febbraio del 1549 nello stesso luogo, davanti al Palazzo del rettore, ma lo spettacolo fu interotto a causa del vento e del freddo. Nell`anno 1551, alle nozze di Vlaho Držić l`opera viene riproposta insieme all`opera Venera i Adon, peró questa volta con una dedica nuova Svitlomu i uzvišenomu vlastelinu Maru Markulji Pozzi (Ad illustre e sublime nobiluomo Maro Markulj Pozzi).
Il primo prologo di questa commedia pastorale in versi, particolare per la sua composizione, che nel dialogo tra Vučeta e Obrad anticipa la simile commedia erudita, fu scritta nel 1548. In esso si esalta la nobiltá e il suo saggio governare, si risalta la vocazione e la natura dell`arte poetica e si indica il destino di Ljubmir. Il secondo prologo di Tirena, dialogo tra i pastori Obrad e Pribat evoca il Parnasso raguseo con detagli comici e realistici con delle persone realmente esistite. Lo troviamo, come anche, il Lammento di Ljubmir nel libro Pjesni ujedno stavljene s mnoznim drugim i lijepim stvarima. Nell´ambito dell`idea platoneresca sul triomfro dell`amore e della bellezza viene ravivato lo spazio dell´antitesi, vengono messi al confronto le interdipendenze del mondo rurale e quello delle fate, viene espressa la complementaritá manierese degli entrambi ambienti e degli appartenenti personaggi, sia quelli mitologici che quelli pastorali.L`ingenuo Miljenko viene deriso per il suo improprio modo di comportarsi, come, del resto, in avanti lo saranno molti altri, per esempio Vlah (abitante del retroterra) in Venere oppure Grižula in Plakir. Piú complesso dell`egloga rustica, Tirena serví come modello per la Dubravka di Ivan Gundulić nel XVIII secolo.
Novela od Stanca(La novella di Stanac) la concisa farsa in versi, viene rappresentata nell`inverno del 1550 nel palazzo di Frano Caboga in occasione delle nozze di Martolica Hajdinov Džamanjić. L`incontro semplice tra l`ambiente urbano e il mondo rurale-contadinesco del retroterra dell`ingeno Stanac, associato al contrasto tra giovinezza, rappresentata da Dživo Pešica, l´attore realmente esistito e – vecchiaia, viene rachiuso nel periodo della durata di una notte di carnevale ed é in continuo contrasto tra il reale e l´immaginario. L`orrore della nullitá della concezione drammatica del mondo di Držić viene occultato dalla comicitá di questo piccolo dramma in un mondo capovolto in cui Vlah Stanac, il contadino del retroterra, sta costruendo la propria sciagura presente anche nelle ultime battute gridate sul palcoscenico giá vuoto.
Pripovijes kako se Venere božica užeže u ljubav lijepoga Adona u komediju stavljena (Il racconto come la dea Venere brució d`amor per il bell`Adono messo in commedia), la docile commedia pastorale in cui si accentua il mecenate, viene rappresentata nel 1551 in occasione della festa di nozze del cugino Vlaho Držić. In essa, sul palcoscenico, per la nuova concezione del palcoscenico, si alternano i progetti del immaginario e del reale, del mondo delle fate e quello dei pastori. In occasione della festa di nozze l`apologia del vino da parte di Vlah (abitante del retroterra) Vukodlak, l`azione supera la funzione del prologo e diventa l`azione principale. Nel modello complesso, il motivo dell`amore, preso dal mondo pastorale, viene variato con comicitá nel mondo dei pastori. Oltre al linguaggio autentico di Vlado e Grubiša, Kojak e Vukodlak, qui ci sono anche poesie popolari, indovinelli e didascalie dell`autore.
Del libro Pjesni ujedno stavljene s mnoznim drugim i lijepim stvarmi(Poesie messe assieme a molte altre belle cose), stampato a Venezia nel 1551 dal cugino Vlaho Držić, non si é conservata nessuna copia. Solo grazie alle sue due riedizioni veniamo a sapere del suo contenuto; la prima avvenuta cinquanta anni dopo, il 6 aprile del 1607, e la seconda nel 1630, con la dedica Svojim prijateljem (Al mio amico): il piccolo canzionere composto da petrarchesche poesie amorose scritte anteriormente, variate metricamente e prive della significativa individualitá lirica, insieme a poesie d`occazione, come le due dedicate alla defunta, bella ragusea Fjora Martinova Šumičić, poi benedizione alla sorella, due poesie elegiache e morali, poi la missiva al nobiluomo Sabo Nikulinov Gondoli, scritta in discorso diretto, poi, brani destinati a Tirena: Tužba Ljubmira (Lamento di Ljubmir), e cosí detto il secondo prologo diagolizato tra il pastore Obrad e contadino Pribat. Nel libro sono inclusi anche i testi dei drammi in versi Venere e Novela od Stanca (Novella di Stanaz). Esiste solo una copia a cui manca la fine, ed inoltre é conservato il manoscritto delle opere di Držić con la dedica a Maro Vodopija,del 6 aprile del 1607, come anche la ristampa dell` edizione del 1630(senza la dedica).Troviamo anche la missiva e la difesa dalla calunnia, Svitlom i vridnom vlastelinu Sabu Nikulinovu (All`illustre e meritevole nobiluomo Sabo Nikulinov), il primo importante scritto polemico nazionale.
Nel Palazzo municipale in febbraio del 1551 durante il carnevale, la compagnia di attori „Pomet“ rappresenta la commedia Dundo Maroje (Zio Maroje), la piú celebre opera di Držić, presentata come un particolare seguito della commedia Pomet. La commedia é in cinque atti, pluristratiforme, di cui non si é conservata la soluzione, con uomini nazbilj (uomini buoni) e quelli nahvao (uomini malvagi) che non sono che l`apparenza dei primi e che sono gli stessi che troviamo nel prologo alegorico recitato dal Negromante, e nel monologo alusivo del saggio Tripče: „Jedni se ljudi nahode zli bjestije, druzi se nahode dobri anđeli et troni“(certi si comportano come bestie, altri come angeli). Nel prologo sul mondo inverso detto dal Negromante Dugi Nos (Naso Lungo), Držić lusinga con ironia la nobiltá ragusea e ci offre l`idea machiavellista sull`immutabilitá della natura umana. A differenza di questi che non cambiano, il lucido Pomet, individuo eccezionale, „ré degli uomini“ perché capace di „comportarsi“ e „adeguarsi“, nelle sue dichiarazioni latino-maccheroniche esalta il sapere e la fortuna inafferrabile e spontanea, raggiungibile solo tramite la virtú, virtus, e inoltre solo dagli abili, con l`attitudine che il singolo individuo é l`unico creatore del propio destino, servendosi della propia capacitá, determinazione e pazienza. Qui Držić applica il principio umanistico scenicamente integrato. Nel tema della lotta per il predominio e del denaro come principale mezzo della motivazione, il giocoso edonista Pomet, attraverso frasi da colorostica locale, piene di significato, attualizza fedelmente l`interpretazione del machiavellismo. La ricca drammaturgia si svolge attraverso un linguaggio doviziosamente indifferenziato e avvenimenti colorati da originalitá e con l`analisi psicologica dei personaggi socialmente caraterizati, come il primitivo Grubiša e altre figure pittoresche. Tramite la vitalitá scenica e l`abolizione del teatro classico e con l`invito al compatimento, si rispecchia la dimensione filosofica e la dubbiositá marienese di quest`allusione politica.
La commedia Pjerin(Pagliaccio) é conservata solo frammentariamente, e secondo alcuni, fu scritta giá nel 1552. Nel testo si menziona la festa di nozze di Džono Miškinov, della famiglia Bona, come l`occasione per la sua rappresentazione.La commedia Menaechme di Plauto, presumibilmente ne serví da modello, ma con il cambianmento di personaggi nei fratelli gemelli. La commedia contiene alusioni tipiche per Držić e contrasti manieresi spiccati, avendo come il tema, l`ingiustizia.
Tripče de Utolče, commedia, probabilmente anche essa reppresenteta alla festa di nozze, senza la parte iniziale e conservata solo frammentariamente. É denominata secondo il personaggio principale, un ubriaco invecchiato, descritto in forma caricaturale e secondo il principale personaggio feminile, la moglie astuta, come Mande. La trama, che si svolge a Cattaro é costruita sulla semplice comicitá delle situazioni e svolti scenici, basati sull`intrigo e imbrogli, come quelli che troviamo nelle novelle di Boccaccio. Tra pittoreschi personaggi troviamo anche membri della compagnia teatrale „Gardzarija“ di Dubrovnik. Qui,la contrapposizione vecchiaia-giovinezza, balordaggine-intelligenza, é priva di alusione politica di Držić ma é presente il tipico antipetrarchismo dell`autore intensificato dal colore locale evidentemente visibile nella comunicazione tra Pedant e Nadihne. Servendosi di motivi boccacceschi della vittoria dell`intelletto sulla stupiditá, e dei capaci sugli incapaci, Držić, ancora una volta elabora temi riguardanti il morale.
Džuho Krpeta, commedia mitologico-pastorale, conserveta solo frammentariamente, rappresentata nel 1554 alle nozze di Rafo Gozze dalla compagnia di attori „Garzarija“. É una parodia dove accanto al piano realistico prevalgono elementi fantasmagonico-mitologici. Per l`aspetto filosofico-morale dell`opera vale sempre la stessa antitesi cosí tipica per la poetica di Držić, „La quietudine é del paradiso, e la durezza é delle bestie“, affiancata dalle frequenti allusioni e ambiguitá.
Skup, satira in prosa, secondo il trascrittore di Držić, Ivan Matijašević, quest`opera fu rappresentata alle nozze di Sabo Gajčina dalla compagnia „Njarnjasi“ nell`anno 1555, che nello stesso anno annuncia la commedia Grižula. É una commedia suggestiva scritta in base al modello di Aulularia di Euripide e di Plauto, nascondendo in tal modo l`atuale allusionismo e il tema della deviazione morale, nel prologo di Satiro annuncia la libertá della creazione, mettendo nel raporto armonico elementi pastorali e comici. Il monologo di Dživo, il razionale, sulla differenza tra uomini veri, „quieti“ , che giudicano „in maniera giusta, saggia e caritatevole” e quelli „duri” e „indiscreti“ – é sempre alla base della poetica di Držić. Il tema plautonico del vecchio avaro e dello smascheramento dell`aviditá nelle opere di Držić si svolge secondo il modello dell`ambiente raguseo. L`ossessione dal tesoro del diffidente Skup si rispiecchia anche nel testo dei suoi monologhi. Con la polenica antipetrarchista, riuscita nella sua commicitá, Držić, ancora una vola, fa i conti con il propio ambiente.
Grižula (oppure Plakir, perché non si é conservato il titolo originale), commedia nuziale mitologico-pastorale in cinque atti, in cui vengono apostrofati gli sposi e gli invitati, viene rappresentata nel 1556 alle nozze di Vlaho Sorgo, come il triumfo dell`amore attraverso vicende di tre coppie.Il contrappunto di Držić con il predominio del testo in prosa sul verso, in due mondi contraposti e con i loro linguaggio urbano e rurale individualizato (Grižula e Omakala, Dragić e Gruba, Rade e Miona) e quello mitologico-incantevole (Kupido e Dijana, Plakir e la fata) e dove in questa realistico-immaginaria commedia allegorica viene proclamo „Mascherate addio”. Nel prologo detto dalla fata sono esposte quattro virtú presentate come virtú platoniche. Detagli contenutistici come il raccontare pittoresco di Omakala sulla vita a Dubrovnik.
La commedia Erudita Arkulin che per protagonista ha un mercante ormai invecchiato, si é conservata senza il prologo e senza il primo atto. Priva della vivace pienezza creativa delle immagini dell`esuberante vita rinascimentale che troviamo in altre opere di Držić, qui sono espressivamente visibili modelli italo-plautonici degli innganati vecchi innamorati. Propio come nella commedia Tripče, anche in questa commedia la soluzione dell`intrigo si svolge tramite la burla boccaccesca e con il Negromante nella funzione drammaturgica di effetto, nella contrapposizione del sovranaturale e reale.
Il tema dell`aviditá si risolve tra serie di alusioni e tramite intrighi dei famigliari della ragazza.
La tragedia Hekuba (Ecuba), nacque dallo spunto della versione italiana di Dolce e dalla sua versione italiana dell`originale antico di Euripide, peró, imminente all`originale greco. Si sono conservate due copie della tregedia di cui quella piú antica é cosí detto manoscritto sebeniese. Questa tragedia, letterariamente autonoma, per lungo tempo si attribuiva a diversi autori, tra cui anche allo scrittore Vetranović. Il 29. gennaio del 1559 venne rappresentata dalla compagnia „Bidzaro”, presumibilmente davanti al Palazzo del Rettore, ma solo dopo essere stato chiesto invano il permesso per la rappresentazione, il 9. marzo del 1558. Dunque, per eventuale disturbo della quiete pubblica, in primo tempo, le autoritá si opponevano alla rappresentazione dell`opera in cui, per la prima volte sul palcoscenico si incontrava l`illustrissimo linguaggio con retorica sublime, scritto in dodicasillabo doppio rimato che usciva dalla bocca di un sovrano, come un tiranno della realtá comunale. Nel crollo di Troia e nell`infelice destino della regina, Držić condanna che le ragioni dello stato siano il pretesto per i delitti. Ecuba, l`ex regina, domina la tragedia. Soffre dopo la morte del figlio Polidoro e della figlia Polissena. Prima é la rabbia e poi la vendetta contro l`avido Polinesto,che sostituisce il dolore. Il monologo rasegnativo di Ecuba, in tono di lamento e pianto con figure di ripetizione, ci fa ricordare il relativismo dell`essere e il fatto che la perdita della gloria e del potere puó succedere a chiunque. Il personaggio del ré Agamennone é la voce del potere, ed essendo l`uomo di potere rappresenta l`antitesi di quelli tutti dotti e non autorevoli. Držić é stato il primo a dare la forma di dramma al sentimento di abbandono e l`eterogenetá del manierismo insieme ad allusioni indirette. La sua poetica si rispecchia anche negli interludi dei satiri e delle fate, intervalli, con figure di satiri, fate dei boschi e ninfe Nereidi. In quest`opera che é il messaggio di Držić alla sua cittá prima della partenza, é eccezionalmente poetica la scena del congedo di Polissena dalla madre.
Di un tono completamente diverso sono Le lettere di congiura, scritte a Firenze nel 1566, dove Držić arriva in maggio dello stesso anno, e indirizate al duca Cosimo I de`Medici e a suo figlio Francesco, nelle quali Držić immagina la sconfitta dell`„incapace” oligarchia ragusea e il potere diviso tra la plebe e la nobiltá. Nelle quattro lettere finora ritrovate, la dimensione politica e medetativa di Držić nell`ambiguo significato semantico delle sue opere teatrali, come l`espressione umanistica della fiducia nella forza della parola, é esposta, nella diretta critica della politica e della diplomazia di Dubrovnik, dalla parte di un individuo adirato che percipisce l`ingiustizia sociale e che desidera correggerla. Držić muore il 2. maggio del 1567, tre mesi dopo l`„impresa giusta”, la rivolta pianificata alla fine di gennaio dello stesso anno, e rivolta contro il despotismo aristocratico.